Image and Text Copyright by Silvio Zatelli. Primo romanzo nella mia  nuova Collana SHORT STORIES. Lettura del singolo capitolo in mezzo minuto, lettura del romanzo totale in 15 minuti. E’ uno stile narrativo nuovo, non sintetico, ma completo e innovativo, molto creativo e immaginativo, inserito nella vita reale di tutti noi oggi nel mondo.

Hotel Rigopiano. La neve scarlatta di Sophie. Un breve romanzo d’amore vero e tragico adolescenziale. 

Mini romanzo sulla grave tragedia dell’Hotel Rigopiano. Personaggi un gruppo di felici adolescenti di Ancona, alla vigilia della loro tragica morte. Si salva Sophie e nasce una meravigliosa, ma drammatica storia d’amore e morte. Ispirata dalla mia esperienza professionale coi giovani anconetani, all’Università di Ancona. Questo mini romanzo può essere una traccia teatrale o cinematografica.

SOMMARIO.

Capitolo 1 La tragedia dell’Hotel Rigopiano. Pubblicato.

Capitolo 2 Alan e Sophie nell’Igloo dell’amore. Pubblicato.

Capitolo 3 La neve scarlatta di Sophie. Ia Parte. Pubblicato.

Capitolo 4 La neve scarlatta di Sophie. IIa Parte. Pubblicato.

Capitolo 5 La neve scarlatta di Sophie. IIIa Parte. Pubblicato.

Capitolo 6 Sfidiamo la morte col nostro amore. Sposiamoci! Pubblicato

Capitolo 7 Blanco il bimbo della neve di Aban e Sophie. Edit tra poco.

CAPITOLO 1 LA TRAGEDIA DELL’HOTEL RIGOPIANO.

Maledette 17.30 del 18 gennaio 2017.

Io, Sophie….dopo interminabili ore, sepolta sotto una enorme coltre di neve abbattutasi sull’Hotel Rigopiano, stavo finalmente per essere salvata, non il mio unico e vero amore Aban, ancora attaccato, con ghiaccio e neve, al mio corpo caldo,  mentre il suo era gelido come la morte.

Il cane molecolare Iceberg aveva finalmente annusato e sentito la mia presenza e forse lo strano odore della neve scarlatta che mi avvolgeva. Era la prima volta che avevo fatto l’amore e fu estasi per entrambi.

Ho pregato il giovane vigile del fuoco, in lacrime per la commozione per avermi trovata ancora viva, di fare piano a staccare da me e a portarsi via il corpo esanime del mio amore Aban e di lasciarmi un attimo di silenzio per prendere per sempre con me il suo cuore.

Guardandoci negli occhi, ho capito che avrebbe mantenuto per sempre per sé il segreto della neve scarlatta. Mi rassicurò incrociando le dita sulle sue labbra, poi mi baciò con infinita tenerezza sulla fronte, mentre scendevano grosse lacrime dai suoi occhi.

Maledette 17.30 del 18 gennaio 2017. Sulle montagne aquilane del Gran Sasso si consuma una immane tragedia, figlia del terremoto appena successo.

Una enorme valanga di neve si stacca improvvisamente dalla minacciosa montagna sovrastante l’Hotel Rigopiano, inghiottendo, con un forte e agghiacciante sibilo, l’Hotel Rigopiano, seppellendo vite fiorenti di bambini, giovani, adulti, intere famiglie.

Pochissimi si salvano e ai primi soccorritori, giunti solo alle 4.40′ del mattino, gridano dalle profondità gelide tombali: aiuto, aiuto, stiamo morendo dal freddo! Poi solo buio, gelo, silenzio, morte!

Capitolo 2 Alan e Sophie nell’Igloo dell’amore.

Eravamo un gruppo di quattro ragazze diciottenni di Ancona, toste, dall’amicizia inossidabile, stesse scuole superiori, appena raggiunto l’esame liberatorio di maturità.

Nei mesi primaverili a volte bigevamo la scuola per spapparazzarci in quel del Conero ad Ancona. Focose, a volte litigiose e poi pacifiste. I maschi, quasi tutti un pò imbranati con noi, erano tenuti sdegnosamente a distanza. Noi ragazze sappiamo recitare meglio dei maschi.

Il tragico venerdì del 18 gennaio 2017.

Quel giorno eravamo in completa fibrillazione, agitazione e voglia di pazzie al massimo. Volevamo festeggiare i nostri 18 anni, con un weekend, sciando sulla abbondante neve nella località dell’Hotel Rigopiano. Alcuni anziani del posto mostravano strani volti perplessi alla nostra notizia di voler andare a sciare all’Hotel Rigopiano. Noi giovanissimi siamo privi di storia nostra, figuriamoci se conosciamo quella degli adulti.

L’idea di festeggiare assieme la raggiunta maturità era venuta a quella svampita di Delphine, la nostra smaneggiona del web, che prenotò online una camera grande con quattro posti letto. Dovevamo risparmiare. Tutte d’accordo di inaugurare così la rossa fiammante macchina di Sophie, regalatale dai suoi genitori, un pò più granosi dei nostri. Il padre, ansiosissimo, le aveva fatto montare le più moderne gomma da neve.

Purtroppo, tanta era la nostra gioia, ma ancor più la immane tragedia mortale che stava per spazzare via alcune delle nostre primaverili vite.

Nella Hall dell’Hotel, Aban, con un gesto di spericolata protezione, e forse già amore, aveva tentato di salvarmi, e ci era riuscito, quando la montagna di neve ci piombò addosso, devastando tutto in pochi secondi. Poi buio, buio, buio, silenzio, silenzio, silenzio, freddo, freddo, freddo, morte, morte, morte. Odore di morte!

Quel pomeriggio eravamo tutti chiassosi nella grande Hall, bar, musica, videogiochi. Loro, i maschi, spavaldi, a un tavolo a farsi l’ennesima birretta, solo quella, noi ragazze ad un tavolo, di fronte, a confidenziarci e a scambiarci foto e a fare selfie. Uno strano magnetismo di sguardi scorreva furtivo fra loro e noi. Io, quel handsome, alto, possente, colorato, Aban, l’avevo proprio puntato!

Capitolo 3 La neve scarlatta di Sophie. Ia Parte

Sepolti sotto alcuni metri di fredda neve, con lo scorrere delle ore e dei giorni, tutto divenne drammatico ed esile speranza di venire salvati. Il silenzio, quando è messaggero di morte, è spaventoso. Eravamo in due a lottare, lui mio primo salvatore, mi proteggeva, abbracciava, accarezzava, mi infondeva energia e voglia di lottare per la vita. Era quasi incurante di sé. Il nostro Igloo lo chiamammo: La Cappannuccia dell’amore.

La lotta estrema per non morire ci regalava tuttavia un magico stare assieme, un anticipo dell’amore passionale che tra poco sarebbe esploso fra noi.

Stavamo per necessità spaziale l’uno di fronte all’altro, quasi in piedi, appoggiati alle pareti di ghiaccio, con un piacevole contatto totale corporeo. I sensi, il tatto, l’udito e specialmente l’olfatto, stavano entrando spavaldi nelle nostre emozioni, nei nostri cuori, già bramosi di possederci. E così avvenne. Fu estasi e abbandono erotico totale, vorticoso. Passione e desiderio di corpi l’uno nell’altro. Movimenti sincronizzati intensi e goduti, proprio da ” piccola morte ” !

Da quel momento, dal comparire della neve scarlatta, la paura della morte non ci faceva più paura. Uno poteva contare sull’altro. L’amore è proprio l’unica cosa che vale al mondo, ci dicemmo. Dissi ad Aban: noi siamo diversi in molte cose, a cominciare dai nostri corpi e desideri. L’unica cosa al mondo che può renderci uguali è l’amore. Ora giuriamoci eterno amore. D’ora in avanti siamo una cosa sola! Un bacio di passione e d’amore suggellò per sempre il nostro legane.

Io regalo a te il calore del mio corpo e tu il tuo a me. I nostri caldi respiri che ognuno aspira dall’altro, sono le nostre fonti di calore, anche di sopravvivenza. I baci, ormai frequenti e intensi che ci scambiamo, sono l’alimento di vita fisica e interiore.

Capitolo 4 La neve scarlatta di Sophie. Seconda parte.

Avevamo una vaga idea dello scorrere del tempo. Se la massa di neve sopra di noi tendeva al bianco della luce, voleva dire che era giorno, se era terrificante e oscura, era notte.

Abbiamo trovato due piccole sorgenti di aria, una proveniva da una larga lacerazione della trave che stava a fianco a noi, quella da cui mi salvò Aban. L’altra era ancora nella trave, ma dovevamo ringraziare solerti tarme da legno che da tempo avevano creato tanti micro tunnel fino all’esterno. Fungevano così da perfetto sifone di ventilazione e di ricambio d’aria.

La nostra intimità amorosa avvenne per caso, per un curioso gioco sensoriale. Ricordando le mie esercitazioni da scout, gli chiesi di riscaldare il mio dito indice della mano destra, tenendolo per circa due minuti nella sua bocca chiusa, succhiandolo per far arrivare più sangue e bagnandolo con la sua saliva. Questo gioco, finalizzato a trovare poi nell’aria le sorgenti ove l’aria era percepita più fredda, fu galeotto!

Un brivido d’eccitazione ci pervase. Avevamo la certezza che volevamo appartenerci, fare l’amore d’impeto e travolgente al più presto. Morire d’amore o morire dopo aver fatto l’amore, perché no? Il flusso del sangue del mio primo rapporto molto movimentato, divenne il segreto testimone dell’evento: la neve scarlatta di Sophie!

Capitolo 5 La neve scarlatta di Sophie. IIIa Parte.

La fine tragica della vita, non dell’amore!

Brividi d’amore misti a brividi di morte prendevano il sopravvento dentro di noi.

La morte invisibile, ma percepita, ci alleggiava attorno sempre più vicina. Come salvare il nostro amore?

Ci eravamo messi d’accordo così. Non dovevamo addormentarci contemporaneamente, ma uno alla volta, così uno teneva a bada la cattiva morte, che ci aggirava attorno, anche se non la vedevamo.

Quando stavamo per cadere nel sopore dei sensi e della vita che si affievoliva sempre più, anche se ormai ad occhi chiusi, anche se con un flebile soffio di voce, ci accordammo di chiederci. Ci sei? Ce la fai? Coraggio, lotta, fallo anche per me! Non puoi lasciarmi proprio ora!

La tragedia avvenne improvvisa. 

Lo chiamai e non mi rispose più per sempre. Il mio unico e grande amore se ne era andato per sempre, anche se trattenevo con tenerezza il suo corpo gelido ancora abbracciato a me. Tenerlo ancora abbracciato, accarezzarlo, baciarlo, mi apparteneva ancora, per sempre.

Quel momento fu una esperienza luminosa, bella, trascendente la vita, incomunicabile. Una luce calma e avvolgente. Era la vittoria del nostro amore. Era ancora amore, l’amore sbocciato e consumato nella nostra Capannuccia dell’Amore!

Capitolo 6 Sfidiamo la morte col nostro amore. Sposiamoci!

Nella disperazione totale, con lacrime inarrestabili, urlai con tutto il fiato che potevo, la mia ultima dichiarazione d’amore: Aban ti amo!

Improvvisamente una calma pervase la mia anima. Ho sentito subito che lui era ancora presente, che mi stava proteggendo e che mi avrebbe ancora salvata. Aban lo sentivo luce e pace interiore. La mia vita doveva proseguire anche per lui. E se un nostro bimbo sta già dentro di me? Sarebbe felicità per sempre, pensai.

Sophie salvati per me, noi ci siamo già sposati. Solo allora mi ricordai che era vero quello che diceva. Quando avevamo fatto per la prima volta l’amore, alla fine io presi da un suo braccialetto intrecciato due pezzi, li trasformai in due meravigliosi anelli, e, mettendoli l’uno all’altro, ci facemmo le domande di rito e le risposte, insomma ci sposammo davvero! Scoppiammo a ridere alla promessa di amarci per sempre, nella buona e cattiva sorte, finché morte non ci divida. Ma la morte non ci dividerà!

Nota: tra poco pubblicherò la prosecuzione con il secondo romanzo. Un tuffo nella comunità berbera di El Jam nel deserto in Tunisia, la città natale del suo papà Aban.  Blanco adolescente  alla ricerca con la sua mamma Sophie dei suoi nonni e zii  trovati nel deserto berbero, nella bellissima città di El Jam, ove vive la più antica comunità berbera. Che emozione abbracciare i nonni, gli zii, visitare la tomba del papà Aban, poi in città camminare nel più grande monumento romano in Africa, chiamato Il Colosseo della Tunisia, patrimonio dell’Umanità.

A El Jam Blanco si innamorerà  di una bellissima coetanea berbera, Meziha, studentessa francofona alla Sorbona di Parigi, ove lui la raggiungerà come roommates presso una host family berbera moderna. Tante luci e tante ombre, anche tragiche, segneranno le loro vite. Meziha e Blanco, finalmente felici con la loro numerosa famiglia a Sidi Bou Said. Compromesso religioso: alternano la graziosa Sinagoga locale con la Cattedrale Cattolica a Tunisi. Qualcosa di personale? Ovviamente sì. Questa trama mi intriga, ma devo ancora scriverla!

Nota: Rimanete in contatto con questo Blog www.psicologosilviozatelli.it per poterlo leggere. Serie Short Stories by Silvio Zatelli

Link di approfondimento: Elaborazione del lutto.

https://www.psicologozatelli.it/elaborazione-del-lutto